La gaffe della Barracciu sarebbe da attribuire all'addetto stampa

Sonia

La gaffe della Barracciu sarebbe da attribuire all'addetto stampa

venerdì 05 Dicembre 2014 - 21:32
La gaffe della Barracciu sarebbe da attribuire all'addetto stampa

Il Sottosegretario alla Cultura, Francesca Barracciu

Il Sottosegretario alla Cultura Barracciu

“Svelato” il mistero della confusione del Sottosegretario alla Cultura

È di pochi minuti fa l’annuncio che paternità della gaffe della Barracciu sarebbe da attribuire al proprio addetto stampa.

Il fatto: durante un Convegno apertosi questa mattina a Nuoro, con sede al Teatro Eliseo, Francesca Barracciu, Sottosegretario alla Cultura, nel suo discorso commemorativo del Centenario dalla morte di Sebastiano Satta, ne sbaglia per ben due volte il nome, la prima chiamandolo Salvatore e la seconda attribuendogli il romanzo Il giorno del giudizio, (scritto effettivamente di Salvatore Satta).

Barracciu, tra l’incredulità e l’imbarazzo della platea, si è scusata affermando che le capita spesso di confondere i nomi.

Ora “si svela” il mistero di come un “Sottosegretario alla cultura” possa commettere un errore del genere, e per di più di commetterlo due volte consecutive. La “svista” sarebbe imputabile al suo addetto stampa,..

Sarebbe stato lui stesso, Vassili Casula, che in una lettera inviata al sito web di un quotidiano regionale, confermata poi dall’ANSA, a spiegare di aver scritto lui l’intervento da lei letto al Teatro Eliseo.

«La gaffe fatta dal sottosegretario oggi a Nuoro – scrive Casula – non è frutto della sua noncuranza ma di esclusiva responsabilità del sottoscritto. Considerata l’impossibilità per il sottosegretario di preparare da se l’intervento, in quanto in missione istituzionale all’estero, sono stato io a prepararlo e a fornirglielo poco prima dell’iniziativa. La similitudine di nomi, provenienza geografica e formazione universitaria tra Salvatore e Sebastiano mi ha indotto all’errore al momento di
ricercare sul web un’opera di Satta da citare nell’intervento del sottosegretario Barracciu in occasione del convegno per il
centenario dalla scomparsa del poeta sardo. Similitudine che mi ha indotto nell’errore fino a chiamarlo Salvatore».

Svelato il mistero e trovato il colpevole, dunque.

Certo resta l’interrogativo di come si possa, pur leggendo un discorso scritto da altra penna, non rendersi conto di ciò che si sta declamando, soprattutto in una conteso come quello del Convegno Nuorese e in un periodo nel quale il nome del “Vate di Sardegna” è sulla bocca di tutti, anche dei meno avvezzi, da settimane.

E l’interrogativo si fa ancora più inquietante se la gaffe è ripetutamente commessa da un Sottosegretario alla Cultura e per di più conterraneo del Poeta.

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