La Coldiretti ha lanciato l’allarme evidenziando che la nuova classificazione dei terreni agricoli sardi attuata secondo i canoni del programma Refresh, non considera la peculiarità della realtà locale, si rischia, infatti, di perdere milioni di euro in contributi della Comunità Europea.
L’assessore regionale all’Agricoltura Elisabetta Falchi invece sostiene che si stanno lanciando falsi allarmismi sul programma Refresh:« sulla nuova destinazione d’uso del territorio agricolo sardo, si stanno tirando in ballo numeri di dubbia provenienza. Dal mese di giugno le strutture dell’assessorato stanno lavorando costantemente a stretto contatto con gli uffici dell’Agenzia delle Erogazioni in Agricoltura (AGEA) di Roma e il quadro che si sta definendo, settimana dopo settimana, ha poco a che vedere con quello rilanciato sulla stampa regionale o sulla rete».
L’ assessore sta cercando di far chiarezza sul tema degli aggiornamenti della Banca dati grafica, voluti dall’Unione europea, che definisce l’uso del suolo in Sardegna. Un uso che nella ridefinizione di quest’anno ha creato problemi per diversi operatori del settore agricolo per il passaggio di diverse aree da pascolo magro a zona boschiva, rischiando di far perdere aiuti dell’Unione europea per le annualità 2013-2014.
«Condividendo le preoccupazioni del mondo agricolo sugli effetti del nuovo ciclo di refresh – ha osservato l’esponente della Giunta Pigliaru – abbiamo subito chiesto, come assessorato, agli organismi competenti (AGEA e ministero delle Politiche agricole) di essere messi nelle condizioni di poter valutare il reale impatto sul territorio regionale del refresh, che tanta preoccupazione sta generando nel mondo delle campagne per le possibili riduzioni degli aiuti, conseguenti all’incremento delle superfici considerate non agricole (boschi) e non soggette ad aiuto. Lo abbiamo chiesto affinché si intervenisse tempestivamente».
Nel seguire i lavori con Roma, il 19 giugno si è svolto presso la sede di AGEA un incontro tra l’assessore Falchi e i maggiori dirigenti dell’Agenzia per discutere gli effetti generati dall’ultimo refresh sulla gestione delle pratiche che beneficiano delle risorse del “Primo” e “Secondo” pilastro della Politica Agricola Comunitaria (PAC). «Nel corso dell’incontro – ha spiegato Falchi – sono state concordate due diverse linee d’azione finalizzate, da un lato, a limitare al minimo gli effetti del nuovo ciclo di refresh sulle risorse destinata dalla Programmazione 2007-2013 che restano ancora da erogare, dall’altro, a ridefinire per il nuovo periodo di Programmazione 2014-2020 il concetto di pascolo in regioni come la Sardegna».
Sul primo punto AGEA si è impegnata a verificare in tempo utile tutte le aree che nel nuovo refresh hanno modificato il loro uso, diventando superficie “non agricola”. Questa verifica è finalizzata proprio a distinguere le aree già oggetto di controllo nel passato da quelle che non sono mai state controllate, riammettendo agli aiuti comunitari le prime e impegnandosi ad operare i controlli in loco per le altre, anche con l’ausilio di tecnici della Regione Sardegna.
«Nella riunione con AGEA dello scorso 10 novembre – ha proseguito l’assessore – abbiamo avuto conferma che erano stai avviati i controlli in loco per le aree riscontrate a bosco nelle domande di finanziamento relative al 2013 e che erano state individuate anomalie su 9433 “isole” (le aree di suolo). Tali anomalie hanno interessato 651 domande per lo Sviluppo rurale e 193 per il Premio Unico».
In attesa dei dati definitivi che nei prossimi giorni AGEA finirà di elaborare e che in molti casi stanno dando soluzione positiva sulle anomalie, gli uffici dell’assessorato hanno stimato (sulla base degli elementi inviati dall’Agenzia romana) fra i tre e i quattro milioni di euro il rischio di perdita sullo Sviluppo rurale per le annualità 2013-2014. A oggi, le pratiche già verificate da AGEA hanno avuto riscontro positivo in oltre il 60% dei casi.
Per il futuro, un modo per superare lo scoglio del refresh sta nel nuovo decreto di attuazione ministeriale della nuova PAC (dello scorso 18 novembre), dove viene evidenziata la possibilità di inserire tra le superfici ammissibili a finanziamento quelle sulle quali sono svolte le pratiche locali tradizionali.
«Sulla base di questo elemento, fortemente voluto dalla Regione Sardegna – ha detto l’assessore – siamo in costante contatto con il Ministero e AGEA per avviare l’iter che consentirà di individuare le superfici sulle quali si svolgono tali pratiche, finora non considerate ammissibili per i premi del Primo Pilastro della PAC. Così da incrementare le superfici premiabili dalle norme comunitarie».
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