Anche Torpé ha celebrato in mattinata il primo anniversario della terribile alluvione che l’ha colpita in quel drammatico 18 Novembre 2013. Cleopatra seminò morte e devastazione, e mise ulteriormente in ginocchio un’economia già provata dalla crisi.
Contemporaneamente ad Olbia e Uras, anche Torpé ha tracciato un bilancio, ricordando le varie fasi del dramma, la sua vittima, i danni materiali.
La mattinata, nel centro baroniese è iniziata con l’inaugurazione dell’anfiteatro intitolato a Maria Frigiolini, l’anziana donna rimasta vittima dell’alluvione che l’ha colta nella sua abitazione e non le ha dato scampo. Dopo la santa messa celebrata alla presenza del sindaco, Antonella Dalu e di tutto il consiglio comunale, autorità civili e militari, le celebrazioni del triste anniversario hanno avuto luogo nella sala consiliare del Comune, dove Dalu ha ricevuto il presidente del Consiglio Regionale, Gianfranco Ganau, il vice prefetto di Nuoro, Pietro Pintori, l’assessore provinciale alla Protezione Civile, Renzo Soro, i sindaci Rocco Celentano (Siniscola), Roberto Tola (Posada), Michele Deserra (Orune), Graziano Spanu (Lodé), Clara Michelangeli (Onaní), Stefano Scanu (consigliere comunale di Budoni), Giuseppe Ciccolini (Bitti), i rappresentanti delle Forze dell’ordine, il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale.
Ingenti i danni, calcolati in almeno un milione di euro.
Unica nota positiva la grandissima solidarietà ricevuta da tutto il mondo: «Abbiamo ricevuto attestati di stima e aiuti concreti da tutto il mondo – ricorda il sindaco – ci hanno fatto sentire meno soli e dato la forza per rialzarci dopo questo dramma. Ringrazio la stampa che ci ha sempre dato visibilità, ma se mi venisse chiesto quale sia la situazione oggi risponderei che purtroppo non è molto diversa da quella del 19 novembre 2013. Poche cose sono state fatte da allora. Il 24 novembre 2013 è stato qui l’allora ministro dell’ambiente Orlando, il quale ci aveva dato fiducia dicendo che “era più importante realizzare un argine che non una piazza”. Purtroppo ci troviamo nella condizione -prosegue il sindaco di Torpé – che nulla o quasi è stato realizzato di quanto promesso. Ancora non è stato finanziato l’argine destro sul Rio Posada, mentre l’argine sinistro è stato quasi ultimato ma con un finanziamento precedente all’alluvione. Non c’é stata alcuna deroga al Patto di Stabilitá, per quanto promessa dal ministro Orlando che ha bacchettato anche la Regione Sardegna perché non aveva speso 27 milioni destinati alla messa in sicurezza del territorio. Altre iniziative promesse e mai prese. Che fine hanno fatto tanti soldi disponibili in Regione? Davanti all’emergenza nazionale attuale, la nostra alluvione è passata in secondo piano. Gli assessori ai lavori pubblici (Paolo Maninchedda) e agli Enti Locali (Cristiano Erriu) hanno comunicato che la Regione Sardegna non è in grado di far fronte ai danni dell’alluvione, a fronte di una stima di 660 milioni di euro per ripristinare i territori dai danni del disastro causato dalla bomba d’acqua di un anno fa».
La proposta sulla delocalizzazione fatta dalla Dalu a dicembre 2013 è caduta nel vuoto: «La mia proposta di finanziare lo spostamento di tutte quelle abitazioni che si trovano in zone a rischio idrogeologico, non ha avuto ancora risposta. Richiesta perfettamente in linea con la legge di stabilità che al comma 118 si riferiva proprio al prevedere quelli che sono gli interventi di ripristino dei danni causati dal ciclone Cleopatra. Mi chiedo perché si continuano a spendere milioni di euro per fronteggiare le emergenze ma non si pensa alla prevenzione».
Il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau rivolge l’attenzione sul fatto che non si sia fatto nulla per prevenire il rischio idrogeologico: «Parlo da ex sindaco di Sassari – ricorda – abbiamo i soldi ma non ce li fanno spendere. Denuncio questo da sempre, non è accettabile che ancora ci si trovi in questa condizione. Altre risorse al momento non ce ne sono, l’unica possibilità resta la deroga al patto di stabilita. Solo lo Stato può far fronte alla copertura finanziaria dei danni provocati dall’alluvione 2013 e attivare i lavori di prevenzione».
Recente la decisione del neo assessore provinciale alla Protezione Civile, Renzo Soro: «Abbiamo deciso l’istituzione della Consulta Provinciale alla Protezione Civile, per far fronte alla grande necessità espressa dal territorio. Ma non basta – ha dichiarato il sindaco di Posada, Roberto Tola – si continuano a fare deroghe sui condoni nelle zone a rischio». Mentre il sindaco di Orune, Michele Deserra, ha affermato che la natura spesso si ribella al malcostume dell’uomo: «Su mere bezzu – ha definito la natura il primo cittadino di Orune e presidente dell’unione dei comuni – ci insegna che in certi posti non dobbiamo costruire. Orune in passato si trovava dove attualmente esiste il pozzo sacro “Su Tempiesu”, in seguito ad una terribile alluvione il paese è stato ricostruito in cima alla montagna. Dobbiamo avere rispetto di madre natura e agire col buonsenso che deriva dal prevenire i danni che un cattivo uso del territorio può portare».
Clara Michelangeli, sindaco di Onanì, che ha ricevuto donazioni per 140mila euro, grazie anche all’iniziativa promossa dal musicista Paolo Fresu: «Li abbiamo utilizzati per fare lavori di messa in sicurezza del paese. Non ci bastano, ma abbiamo iniziato. Non abbiamo avuto sfollati, siamo stati in grado di attivare il protocollo di Protezione civile di emergenza e mettere in sicurezza la gente. Ad un anno dall’alluvione sono iniziati i lavori di ricostruzione di un ponte ma restano ancora danneggiate le strade. La condotta fognaria resta in condizioni precarie, i nostri scarichi vanno a finire sul fiume che poi arriva alla diga di Torpé. I soldi sono li e non possiamo usarli, la burocrazia ci opprime ma non molliamo».
Una popolazione che non si arrende, sindaci come Dalu e Michelangeli, per citarne solo alcuni, che da tempo sono in prima linea in una battaglia contro la “legge del buio” come la Michelangeli ha definito la legge di stabilità.
Contemporaneamente alla cerimonia in Consiglio Comunale, si è svolta anche quella nelle scuole. Gli studenti hanno ricordato i momenti più brutti di quel famoso giorno ma anche i grandi gesti di solidarietà che hanno dato la possibilità ai territori maggiormente feriti dall’alluvione di riprendere la normalità anche grazie alle donazioni ricevute di diverse scuole di tutta la Sardegna e l’Italia.
«Per noi ricordare quel giorno è stato un momento significativo e di grande commozione» ha affermato il dirigente scolastico Angelo Parodi.
Serenella Mele
© Tutti i diritti riservati