18 novembre 2014: una bella giornata di sole.
A un anno di distanza da quel tragico 18 novembre dell’anno scorso, le tracce dell’alluvione sono ancora ben visibili nelle case, nelle strade, nelle campagne e specialmente nei ricordi della gente.
«Lo vedete quell’orologio sulla parete, a due metri da terra – afferma Massimiliano Nanu, proprietario di un bar a pochi chilometri dal paese – ecco l’acqua l’anno scorso è arrivata fino a quell’altezza».
Oggi il suo locale è pieno, la gente sorride e conversa ai tavolini, in attesa che Massimiliano prepari e serva panini e pietanze. Nella stessa giornata di un anno fa, invece quel locale fu invaso dalla furia delle acque, una vera e propria bomba che devastò abitazioni, aziende, scuole, uffici pubblici e piazze.
«Fino alle 19.30 tutto era tranquillo – prosegue nel suo racconto Massimiliano – poi, in pochi attimi, ha iniziato a piovere in modo continuo e incessante e io, come tanti altri, mi sono improvvisamente trovato intrappolato tra le mura della mia attività commerciale, in mezzo all’acqua e al fango; solo un miracolo ci ha salvato e oggi siamo qui a raccontarlo».
A Torpè, come a Bitti, Oliena, Onanì, Olbia, Uras e Terralba (gli altri principali centri colpiti dall’alluvione in Sardegna), quei momenti sono ancora vivi, come se fossero trascorsi solo pochi giorni; invece è passato un anno esatto e gli amministratori locali chiedono al Governo regionale e nazionale concrete risposte dopo le tante promesse non mantenute, sicuramente non imputabili solo al fatto di non poter sforare con il patto di stabilità e la spending rewiev.
Cleopatra in Sardegna fece complessivamente 19 vittime, tra le quali il poliziotto nuorese Luca Tanzi, che perse la vita sul ponte di Oloè mentre assieme ad altri suoi colleghi era di scorta a un’ambulanza.
Antonella Dalu, il sindaco di Torpè, è minuta nel fisico ma le sue parole nella sala consiliare risuonano in modo chiaro e preciso. «Viviamo con l’incubo di una nuova alluvione – dichiara – è stato portato a termine solo l’argine sinistro del Rio Posada, sui lavori alla diga Maccheronis, invece, ancora tutto tace; solo il nostro paese sta aspettando un milione e tredici mila euro per ripristinare i danni, poi ci sono le trentatré famiglie alluvionate che vogliono giustamente tornare nelle loro case».
A Torpè c’era anche il presidente del Consiglio Regionale, Gianfranco Ganau, il quale ha ritenuto doveroso essere presente insieme a tutti i sindaci della Baronia che hanno risposto all’appello della Dalu nel giorno dell’anniversario.
«Speriamo che Cleopatra rimanga solo una data da commemorare e non da rivivere. Ora bisogna seriamente impegnarsi nella prevenzione e tutela del territorio, perché la Sardegna, come l’Italia intera, sta pagando il dissesto idrogeologico il più delle volte causato dall’azione stessa dell’uomo» hanno concluso gli amministratori.
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