È stato presentato questa mattina nella sala conferenze della Camera di Commercio di Nuoro, “Make in Nuoro“, progetto volto alla creazione di un FabLab per la Sardegna centrale con l’obiettivo di alfabetizzare il territorio sulle nuove tecnologie digitali e i nuovi scenari d’innovazione.
«Una grande opportunitá da cogliere -ha affermato il presidente della Camera di Commercio nuorese, Agostino Cicaló– un investimento di oltre 500mila euro per una sfida che non si puó perdere. L’idea di “Make in Nuoro” è quella di essere capaci di trasmettere la conoscenza di un mondo che possa cambiare le sorti della nostra economia, consenta la riconversione di aziende che oggi rischiano di rimanere fuori perché applicano modelli non piú compatibili col mercato, e possa supportare processi di sostituzione generazionale attraverso i quali i giovani possano proseguire il lavoro dei genitori secondo un criterio piú in linea con le aspettative del mercato. Il progetto è nato dall’informazione sull’esistenza del fenomeno makers e della produzione digitale, fortemente voluto dalla CCIAA di Nuoro e da me in primis. La realtá dell’impresa sarda è fatta di molta manifattura, piccolo artigianato, dove la produzione su scala praticamente non esiste, né rientra negli obiettivi delle nostre imprese. Una produzione digitale ci consentirebbe di sfruttare la capacitá d’inventiva e creativitá dei nostri artisti e manifattori, che è il nostro punto di forza, portandola in scala piú piccola ed esaltandone allo stesso tempo le doti e le qualitá di progettazione».
Nel dettaglio: un fablab con un significativo numero di macchine ed una gamma di tipologie produttive molto ampia, con un investimento di oltre cinquecento mila euro. Un sistema di formazione disponibile alle imprese che possa seguirle nella fase di avvio e successivamente nella produzione vera e propria. Importante partner del progetto sará l’Ailun, centro di alta formazione a Nuoro, che affiancherá la Camera di Commercio nuorese nella gestione e formazione alle imprese. «Le opzioni offerte dal mondo digitale -ha dichiarato il presidente Cicaló- fanno si che un posto distante diventi un punto centrale come gli altri. Questa nuova visione ci da pari condizioni di sviluppo e ci toglie anche tutte le scuse: se siamo bravi sul mercato troveremo posto ovunque. I vantaggi per le nostre imprese riguardano il superamento dei problemi di natura logistica, mentre i vantaggi competitivi derivano dal saper cogliere l’opportunitá che si apre per loro di essere presenti: «Aspettare che finisca la crisi -continua Agostino Cicaló- è un’aspettativa sbagliata. Il fablab per me rappresenta uno strumento che ci permette anche di capire che il mondo è un altro e che le soluzioni si devono trovare percorrendo un’altra strada, dobbiamo imparare a gestire il cambiamento e questo vale per tutti, non solo per gli artigiani. Credo nel mio territorio e credo che Make in Nuoro abbia forti possibilitá di successo. La macchina che muove tutto è lo spirito di chi si sveglia e pensa di fare qualcosa che cambi il mondo. E alla fine lo cambia in bene. Questa è la vera scommessa della Sardegna».
All’incontro hanno preso parte anche Nicola Pirina (esperto di local development and innovation management per le economie territoriali), l’architetto Amleto Picerno Ceraso (CEO della Medaarch e del Mediterranean FabLab), e Gianluca Dettori (fondatore e presidente di dpixel, societá di venture capital tecnologico). L’architetto Picerno Ceraso ha tracciato un quadro sulle prospettive occupazionali che la terza rivoluzione industriale offre, in uno scenario che va dall’uso delle macchine a controllo numerico alle possibilitá offerte dalla fabbricazione digitale: «Il valore aggiunto della produzione digitale -ha ricordato – è quello di realizzare manufatti dai materiali più differenti, spingendo al massimo la personalizzazione dei prodotti secondo le esigenze dei clienti». L’arch. Picerno ha poi sottolineato che i FabLab possono essere finalizzati alla produzione di prodotti artigianali, come i gioielli, sino alla realizzazione di prodotti del settore sanitario, dalle protesi agli impianti odontotecnici. In tal senso, tutti coloro che si impegnano nella realizzazione di prodotti artigianali e creazioni esclusive hanno oggi per la prima volta nella storia, la possibilità di combinare la propria tradizione con le nuove tecnologie: «Abbiamo tutti gli strumenti per essere partecipi della rivoluzione in atto», ha affermato l’architetto Picerno Ceraso.
Nicola Pirina ha descritto due aspetti rilevanti per lo sviluppo economico della Sardegna centrale: da un lato, dall’analisi della domanda latente d’innovazione si arriva ad avere in un territorio un maker space grazie al quale offrire alle imprese l’opportunitá d’innovare ed incrementare i propri processi e prodotti; dall’altro lato come e perché il rinnovamento del tessuto produttivo esistente sono la soluzione sostenibile per le nuove economie reali: «Make in Nuoro è un inedito nel panorama italiano -ha affermato Nicola Pirina – proprio perché si propone di intervenire a 360°: dall’acquisto delle macchine, alla formazione del personale, sino all’affiancamento degli operatori interessati al processo di produzione digitale».
Ha chiuso l’incontro Gianluca Dettori, analizzando alcuni trend tecnologici in corso e le diverse opportunitá di mercato che si stanno delineando nel campo della fabbricazione digitale e dei maker. Nello specifico, l’intervento ha dimostrato come l’avvento di piattaforme abilitanti come Arduino, il crowdfunding, le diverse tecnologie di produzione a guida numerica e i marketplace permette di sviluppare, commercializzare e finanziare nuovi prodotti e nuove startup, attraverso un’economia collaborativa volta allo sviluppo economico. In particolare, Dettori ha sottolineato come, attraverso la digitalizzazione, sta cambiando tutta la prospettiva e la dimensione del lavoro, un processo rivoluzionario al quale tutte le imprese dovranno adeguarsi al fine di essere sempre più competitive in un mercato globale: «Si sta creando oggi un vero e proprio ecosistema della fabbricazione digitale che cambia inevitabilmente la manifattura e il modello di business. Sta a noi cavalcare questo cambiamento per generare una nuova economia».
Serenella Mele
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