Dopo il 26 novembre la Cassazione stabilirà se spostare l’udienza ad altra sede
Questa mattina il professore Ernesto Daloja, responsabile dell’Istituto di Medicina legale di Cagliari, ha escluso il legame di parentela in linea maschile tra Antonio Lai e il cosiddetto “Ignoto uno”.
L’esperto, infatti, su sollecitazioni della difesa di Rocca, condotta dagli avvocati Lai e Manconi, aveva ricevuto l’incarico dal Tribunale di Nuoro per il confronto tra il DNA prelevato da Antonio Lai, padre del supertestimone Stefano, e le tracce biologiche recuperate sul nastro adesivo che avvolgeva la mano sinistra della povera Dina Dore, appartenenti a quello che è stato definito “l’Ignoto presente nella scena del delitto al momento dell’omicidio o nelle fasi immediatamente successive”.
Dunque il primo quesito che doveva stabilire se ci fosse un legame di parentela tra i Lai e “Ignoto uno” in linea maschile ha dato esito negativo.
Adesso si passa alla seconda fase delle analisi, che consiste in un esame tecnicamente definito “dei mitocondri” ovvero si esaminerà l’intero nastro che è stato utilizzato per avvolgere il corpo di Dina Dore per capire, sempre attraverso il prelievo di DNA, il legame di parentela tra “Ignoto uno” e Antonio Lai in linea femminile.
L’esito di queste analisi i conoscerà tra sessanta giorni.
Il processo riprenderà dopo il 26 novembre, data nella quale la Corte di cassazione si esprimerà in merito al trasferimento dell’udienza ad altra sede, così come tempo addietro aveva chiesto la Difesa di Rocca con la motivazione che a Nuoro non c’erano più le condizioni adatte a portare avanti il lavoro.
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