Processo Dina Dore: toni accesi tra i testimoni e la difesa di Rocca

L’avv. Mario Lai durante il processo per l’omicidio Dina Dore (© foto S. Novellu)

L’udienza sospesa per alcuni momenti

La testimonianza più eclatante, nella mattinata di oggi, è stata quella di Fabrizio Sedda.

Secondo la difesa di Francesco Rocca, sostenuta dagli avvocati Lai e Manconi, Sedda sarebbe un teste importante, uno informato sui fatti. A pochi giorni dall’omicidio di Dina Dore, infatti, questi avrebbe ricevuto delle minacce da parte di alcuni compaesani, che lo avrebbero affiancato a bordo di una automobile. Il fatto sarebbe accaduto a Nuoro, dove Sedda si trovava il giorno prima di recarsi a Olbia per una visita alla sorella, e dove, dopo aver trascorso parecchie ore al bar, mentre passeggiava nel cuore della notte, sarebbe stato fermato da un autovettura e, secondo la difesa, minacciato con queste parole: «se vai dai Carabinieri ti ammazziamo come un cane».

La minaccia sarebbe stata udita da una signora che, assistendo alla scena da un balcone, avrebbe allertato la Polizia.

Oggi, invece, Fabrizio Sedda ha negato tutto sottolineando che è vero che è stato fermato da una autovettura di colore grigio chiaro, sulla quale erano a bordo due ragazze e un ragazzo, ma che in realtà gli avrebbero solo consigliato di rientrare a Gavoi.

Non sono mancati toni accesi tra Sedda e l’avvocato Lai, (tanto che l’udienza è stata sospesa per qualche minuto). Lai ha evidenziato che Sedda non stesse dicendo la verità rispetto alle dichiarazioni rilasciate al Commissariato di Polizia.

Sedda ha raccontato degli incontri casuali avvenuti per strada, nella primavera scorsa e in due momenti diversi, con le sorelle di Rocca, Paola e Anna, riferendo che entrambe gli avevano chiesto se sapesse qualcosa in merito all’omicidio della povera Dina Dore e (si è parlato nuovamente del bigliettino contenente un numero telefonico, consegnatogli da Anna Rocca e intercettato il giorno stesso dal cugino e dal cognato della vittima, Rino Zurru).

La difesa ha chiesto al teste se fosse vero che, durnate l’incontro avuto con Anna Rocca, avesse sostenuto di non poter parlare della vicenda, accompagnando queste parole con un gesto (il dito passato sotto la gola) indicante che, se lo avesse fatto, lo avrebbero ucciso.

Anche in questo caso Sedda ha negato tutto.

Lai, intanto, ha precisato che il testimone stava mentendo e che tutto questo sarebbe stato dimostrato in seguito.

Nel corso della mattinata, poi, sono stati sentiti anche Franco Podda e Maria Rosa Loi.

Franco Podda, ristoratore, è una delle due persone che si trovava a pranzo con Antonio Delitala nel giorno in cui quest’ultimo riferì del famoso sogno in cui, il giorno dell’omicidio, avrebbe visto un uomo dalla corporatura atletica uscire di corsa dal garage di Francesco Rocca.

Il ristoratore ha confermato che si è trattato di un sogno e che il racconto non fa riferimento a un’episodio reale (secondo la difesa, accaduto il 26 marzo 2008, ovvero il giorno dell’omicidio). In proposito, Lai precisa: «se si è trattato di un sogno perché Podda avrebbe riferito il fatto al Commissario di Polizia Putzu?». Per tale motivo, infatti, la difesa ha richiesto un nuovo confronto con il Commissario.

Infine il P.M. Danilo Tronci ha interrogato Anna Maria Loi su un prestito di 100 mila euro a favore di Francesco Rocca. L’ingente somma è stata data in prestito dalla donna su richiesta del fratello, che era legato a Francesco Rocca da rapporti di lavoro per la produzione di sughero.

La prossima udienza è fissata per il 23 ottobre, giorno nel quale sarà reso noto l’esito della comparazione del DNA ritrovato dul nastro adesivo che avvolgeva mani e braccia della vittima con quello prelevato di recente da Antonio Lai.

Tra i test chiave che saliranno sul banco dei testimoni ci sarà la signora che ha assistito al citato episodio delle minacce a Sedda.

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Sonia