A Posada i gioielli sardi in esposizione, oltre mille i pezzi, dal contemporaneo al tradizionale
“C’erano una volta le Janas, le quali all’interno delle loro dimore fuori dal tempo, tessevano orditi d’oro e d’argento per dare vita a stoffe pregiate che arricchivano con gemme preziose mentre il diavolo custodiva grandi tesori per indurre l’uomo al peccato per mezzo del desiderio ardente di impadronirsi di siffatto splendore”.
Il gioiello tradizionale sardo racconta la storia dell’uomo, della sua terra, del vivere umano e di quello divino e quella ultraterrena.
Posada 1,2 e 3 agosto, Casa delle Dame, per gli amanti del bello, una mostra che raccoglie tutta la magnificenza nelle sue diverse sfaccettature del gioiello sardo.
Un evento ricco e variegato che ha richiamato diversi maestri del settore e permetterà di visionare i monili tipici: per la tradizione, per la dedizione del culto, per la cura e l’ornamento della persona e monili apotropaici.
Il progetto nasce da Agostino Basile e Decalab il laboratorio di idee frutto del master in diritto per la Cultura e l’arte del Consorzio Universitario Nuorese il cui bando verrà pubblicato a fine mese (per informazioni Deca Master ), in collaborazione con l’amministrazione Comunale di Posada, la Fondazione Banco di Sardegna e la Camera di Commercio di Nuoro.
Lunedì scorso in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’evento alla quale hanno presenziato Agostino Basile (organizzatore dell’ esposizione), Caterina Loi (Commissario straordinario dell’Università Nuorese), il sindaco di Posada Roberto Tola e Domenico D’Orsogna docente universitario di Diritto per la Cultura e l’Arte.
All’interno dell’esposizione verrà creato un preciso percorso nella quale sarà allestita un’antica bottega orafa dove si potranno ammirare gli utensili utilizzati in passato e la spiegazione delle varie tecniche di lavorazione dell’oro e dei metalli meno nobili.
Ci sarà anche un guida sonora che con opportune registrazioni accompagnerà i visitatori in questo meraviglioso viaggio: voci lontane che interpretano poesie, proverbi componimenti amorosi e lamenti funebri (atitos) che decantano la bellezza delle donne sarde e dei loro gioielli.
La descrizione del manufatto sarà in tre lingue: sardo, italiano e inglese. Accanto al reperto verrà affiancata anche una copia della fonte iconografica e del passato dalla quale si evince la sua storia.
L’arte della produzione orafa sarda si inserisce in un contesto di tutela e valorizzazione la quale presenta anche delle similitudini con altre produzioni orafe: spagnole e catalane , nord africane, caucasiche e delle regioni dell’Italia meridionale.
Per questo motivo il progetto non si fermerà a Posada e con ogni probabilità si apriranno dei canali di cooperazione con la penisola Iberica.
Sempre gli stessi giorni di potrà ammirare presso il Castello della Fava la mostra dell’artista Christelle Familiari a cura di Massimiliano Scuderi che propone variazioni sul tema delle forme tipiche artigianali sarde dei gioielli, tessuti e del pane.
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