Sabato 6 luglio, caldo afoso a Cala Gonone in piena stagione turistica.
Dal porticciolo turistico l’imbarcazione oceanografica “Tara” sembra un piccolo esserino in mezzo al mare, un po’ come quegli facenti parte dell’ecosistema marino, vitali per la salvaguardia degli oceani e fondamentali per il futuro del genere umano, oggetto di una mostra sotto forma di macrofotografie allestita negli spazi del locale Acquario.
Questa è la sintesi di ciò che gli studiosi della nave oceanografica Tara, Espedition Méditerranée, hanno illustrato ieri ai giornalisti in occasione dell’incontro organizzato dal professore di fisica e biochimica dell’Università di Zurigo Ernesto Di Iorio e dal direttore dell’Acquario di Cala Gonone Flavio Gagliardi.
La missione degli scienziati, coordinati dal microbiologo marino Christian Sardet, è quella di monitorare le coste del Mediterraneo per verificarne stato di salute.
L’imbarcazione rimarrà ormeggiata a largo di Cala Gonone per cinque giorni ovvero fino a mercoledì prossimo.
In questi giorni si terranno dibattiti e convegni sugli ecosistemi del nostro mare, sui cambiamenti climatici e sull’inquinamento ambientale che lo deturpa. In particolare, lunedì 7 luglio, dalle 18,30 in poi, si potrà effettuare una visita a bordo di Tara, in occasione della quale gli scienziati mostreranno sia la struttura interna dell’imbarcazione sia le sofisticate attrezzature di cui si avvalgono.
Nel 2014 la missione dell’imbarcazione oceanografica è stata dedicata al Mediterraneo. Questa, da maggio a novembre, toccherà le principali coste per portare a termine due obiettivi: condurre uno studio scientifico sull’inquinamento da plastiche e promuovere una presa di coscienza sui problemi ambientali in quest’area.
Dopo la tappa in Sardegna, l’imbarcazione si trasferirà in Albania.
Lo studio scientifico sulle plastiche, è coordinato dal Laboratoire de Villefranche-sur-mer (Université Pierre et Marie Curie e CNRS) e dalla University of Michigan (USA). Il principale dato emerso al momento dalle ricerche, un dato piuttosto sconcertante, è che le materie plastiche molto probabilmente sono ormai entrate nella catena alimentare e quindi anche nella nostra dieta.
L’accumulo di rifiuti plastici in natura è una dei maggiori disastri ambientali del nostro tempo. Nonostante ciò, sappiamo troppo poco sul destino di tali materiali e sul loro ruolo nella dinamica degli ecosistemi per poter prevedere il loro impatto futuro sugli oceani del nostro pianeta e sull’uomo. Ecco perché la missione di questi studiosi è fondamentale ed è utile conoscerla.
Nel 2003, Etienne Bourgois, proprietario di una noto catena di supermercati in Francia, acquista la goletta Antarctica, costruita per studiare i movimenti del ghiacci polari, la ribattezza Tara. Inizia così inizia la grande avventura.
Per dieci anni Tara Expeditions ha organizzato missioni scientifiche con 2 obiettivi principali: studiare e comprendere l’ecosistema marino e educare ed informare il pubblico sui problemi che affliggono i mari del mondo.
In questi giorni il messaggio è arrivato anche in Sardegna, grazie all’opera di sensibilizzazione promossa dall’Acquario e Cala Gonone.
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