Omicidio in Brasile: coinvolti la moglie del presunto killer e un poliziotto

Sonia

Omicidio in Brasile: coinvolti la moglie del presunto killer e un poliziotto

martedì 03 Giugno 2014 - 09:57
Pietro Ladogana

Pietro Ladogana

All’origine dell’omicidio una denuncia per affari illeciti e denaro riciclato

Svolta nelle indagini  per l’omicidio dell’imprenditore Enzo Albanese,  che aveva legami con la Sardegna, questa notte è stata arrestata Tamara Ladogana (ex moglie del presunto killer) e un poliziotto appartenente alla Policia militar (sospettato di essere uno degli  esecutori materiali).

Giovedì scorso i Carabinieri della Compagnia di Siniscola e quelli di Budoni, in seguito alle sollecitazioni dei parenti e a una serie di indagini accurate, avevano arrestato, con l’accusa dell’omicidio di Albanese, il faccendiere  Pietro Ladogana, mentre si stava imbarcando per il Brasile.

L’operazione e stata battezzata “pedra de fogo” e ha permesso attraverso l’attività investigativa coordinata dall’Italia dal sostituto procuratore di Nuoro Andrea Vacca, di arrestare  il mandante, mentre in Brasile la polizia locale ha fermato i due complici.

I sospettati avrebbero ucciso a colpi di arma da fuoco l’imprenditore che stava procedendo alla denuncia dei presunti legami fra i tre arrestati e la criminalità organizzata, in quanto dediti a truffe e riciclaggio di denaro sporco, pista non trascurata fin dall’inizio dagli inquirenti.

La Polizia brasiliana ha inoltre sequestrato 145.000 euro in contanti, nonché cinque auto (alcune di lusso), tra le quali anche una Toyota Corolla, identica a quella con la quale i sicari si sono allontanati dopo aver freddato Albanese. Nell’operazione sono stati sequestrati anche diversi animali di razza, che si trovavano in un quartiere a disposizione dell’organizzazione.
Il mandante dell’omicidio, rivela la Polizia brasiliana, era a capo di un’organizzazione che amministrava almeno 10 imprese di facciata, utilizzate principalmente per il riciclaggio. Tali aziende, dislocate nelle città di Natal, Extremoz, Cearà- Mirim e Ielmo Marinho, operavano all’apparenza nella legalità, mentre invece erano utilizzate per compiere frodi, falsificazione di documenti, riciclaggio ed altri reati.

Il movente del crimine si può ricercare nel fatto che Albanese, procuratore di uno dei due soci dell’impresa, aveva scoperto e denunciato alle autorità brasiliane, un mese prima della sua morte, la “Globo costruzioni ltda” con sede a Ielmo Marinho, la cui proprietà è stata trasferita illegalmente a Pietro Ladogana.

Le indagini continuano al fine di capire se vi sia il  coinvolgimento di altre persone.

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