Sono 321 le manifestazioni di interesse ammesse alla seconda fase dei Piani di sviluppo locale per l’Area di crisi Sardegna centrale Nuorese con un contributo richiesto totale pari a 49,2 milioni di euro.
Sono progetti di investimento presentati da aziende che, pur in un quadro di fortissima crisi economica, hanno programmato piani di ampliamento e nuove attività d’impresa in settori prioritari come il manifatturiero, l’agroalimentare e il turismo, nei 50 Comuni ricadenti nell’ambito delle aree industriali di Pratosardo, Siniscola, Ottana e Tossilo e in Planargia.
Ebbene, a oggi, nonostante le forti aspettative, a due anni e mezzo dall’avvio delle procedure – iniziate nel 2011 – le aziende non hanno ancora potuto presentare i veri e propri business plan da ammettere a finanziamento (l’accesso a questa seconda fase è slittato al prossimo 26 giugno), e quel che è peggio gli altri interventi previsti per infrastrutture, la formazione e le azioni di contesto (cui sono destinati 23 milioni di euro) sono fermi al palo. L’iter sembra una vera corsa a ostacoli di cui non si intravede la fine.
O si accelera o si rischia seriamente che tali Progetti di Sviluppo risultino del tutto inefficaci e da volano per la ripresa si trasformino in esempio di inefficienza e burocrazia soffocante, come accaduto a Tossilo dove il progetto pilota – avviato nel 2009 – non si è ancora concluso e non ha inciso, a parte pochi casi virtuosi, sull’economia del territorio. Per questo in una lettera al Presidente della Regione e agli assessori alla
Programmazione e all’Industria Confindustria ha chiesto la convocazione in via d’urgenza del Tavolo di partenariato del Nuorese, per capire quali azioni la Regione intenda mettere in campo per dare gambe al progetto. Esso resta infatti un modello valido, al quale il Territorio ha lavorato con impegno negli ultimi anni. Per non vanificare gli sforzi, è però necessario che i Progetti siano esecutivi in tempi stretti.
Altrimenti, in mancanza di riscontri tangibili nel breve periodo, paradossalmente è preferibile che la procedura sia interrotta, la delibera ritirata e il bando annullato. Avere la certezza che l’investimento non può realizzarsi è meno dannoso rispetto a estenuanti rinvii che rendono assolutamente inefficace il provvedimento e non più credibile l’impegno da parte delle Istituzioni.
La nostra è naturalmente una provocazione, che avanziamo in senso costruttivo per far capire alla Regione la rilevanza che riponiamo nello strumento, il quale – se applicato in tempi rapidi – può agire da stimolo per l’intero sistema.
Alla Giunta appena insediata, la quale, non ha responsabilità dei ritardi, Confindustria Centrale propone di:
1) istituire una task force di tecnici dedicati soltanto alla Sardegna centrale, per accelerare le procedure e renderle subito operative evitando altri rinvii: ci sono altre 4 Aree di crisi e un’unica squadra di lavoro difficilmente può riuscire a seguire tutti i Piani in tempi stretti;
2) attivare subito gli interventi per la formazione, le azioni di contesto e le infrastrutture, capitolo quest’ultimo strategico e che – oltre allo svincolo da Pratosardo alla SS131 – prevede il potenziamento del porto della Caletta e l’efficientamento delle reti telematiche.
3) attivare i progetti per il Territorio Svantaggio della Barbagia-Mandrolisai, riconosciuto da una D.G.R. di ottobre 2013 ma rimasto di fatto inattuato. Occorre avviare subito le proced destinando le risorse necessarie; 4) è poi necessario istituire l’Area di crisi a Tortolì l’unica a essere inspiegabilmente rimasta fuori
5) infine, su un capitolo rilevante come la formazione, e tenuto conto che poco o nulla sappiamo su quanto accaduto a Tossilo, si ritene necessario e opportuno il coinvolgimento delle forze economiche .