Processo Dina Dore: in aula si ricostruiscono le indagini

L’avvocato di Parte Civile della famiglia di Dina Dore, Mariano Delogu

I testimoni chiave hanno ricostruito i passaggi fondamentali sull’omicidio

Questa mattina è salito sul banco dei testimoni Fabrizio Mustaro, capo della Squadra Mobile della Questura di Nuoro e, all’epoca dei fatti, della DIGOS.

Il dirigente ha ricostruito tutti i passaggi principali dell’omicidio: dal giorno dell’omicidio di Dina Dore, il 26 marzo 2008, fino al 28 febbraio 2013, giorno nel quale furono arrestati Pierpaolo Contu e Francesco Rocca rispettivamente esecutore materiale e mandante.

Nella ricostruzione , una data significativa è il 2 novembre 2012, giorno in cui Contu,  Stefano Lai (amico e confidente di Contu) e il pizzaiolo Andrea Sanna (sentito nel pomeriggio)  furono  interrogati dalle Forze dell’ordine in seguito al contenuto di una lettera anonima, ricevuta il 23 ottobre 2012 da Graziella Dore, nella quale era scritto che questo “gruppetto di amici” era in qualche modo coinvolto nell’omicidio della povera Dina Dore.

Quel giorno, secondo la missiva, Contu fu accompagnato al bivio di Ollolai da Lai, quest’ultimo inconsapevole di cosa dovesse fare il primo. Ma è qui che, sempre secondo la lettera, sarebbe entrato in scena proprio l’altro gavoese, il giovane Andrea Sanna. Il quale avrebbe dovuto riaccompagnare dal lago Contu, dopo che altre persone avrebbero dovuto conurre in quel luogo la moglie di Rocca, Dina Dore.

Questa tesi è stata negata per la seconda volta dal pizzaiolo questo pomeriggio, dopo aver avuto un battibecco con gli avvocati di  Rocca, in particolare con Lai, dato che  le stesse domande gli erano state poste a Sassari, in occasione del processo che ha visto la condanna Pierpaolo Contu.

Il giorno del delitto, ha sostenuto Sanna, lavoravo in pizzeria, a Orani, e sono rientrato a casa tra le 22.30 e le 23,00 in compagnia di un mio paesano. Durante il rientro siamo stati fermati in un posto di blocco della Polizia, all’entrata di Sarule, e controllati dagli agenti i quali si vedeva che erano in evidente stato di agitazione.

Infine Mustaro ha dichiarato che Francesco Rocca fu messo sotto controllo fin dal giorno successivo la morte della moglie.

Altra testimonianza chiave è stata quella di Gavino Pira, il quale ha ricordato i momenti nei quali Rocca e il cugino Andrea Mulas lo indicarono come il presunto killer.

Chiusosi in un clima piuttosto teso, il processo riprenderà lunedì prossimo.

S. Meloni © Tutti i diritti riservati

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Sonia