Nei giorni scorsi è iniziato un corso per conoscere fauna, flora, leggende e letteratura riguardanti il Monte Ortobene .
Tenuto dal noto naturalista Domenico Ruiu, è stato organizzato dal CEAS (Centro di Educazione all’Ambiente e alla Sostenibilità) di Nuoro e dalla Cooperativa Alternatura attiva nel territorio da quasi vent’anni nel campo della sostenibilità ambientale.
Gianluca Cacciotto, responsabile CEAS e presidente di Alternatura, ha illustrato il corso, il quale, prevede tre lezioni teoriche e due escursioni, una delle quali, prevedeva un percorso che partendo dalla Solitudine ha raggiunto la zona di Jacu Piu.
I corsisti hanno potuto ammirare le parti più affascinanti e preziose, dal punto di vista ambientale, del monte, soprattutto nella zona di Jacu Piu, boscosa e ricca di macchia mediterranea.
Il Monte, per chi ha l’opportunità di recarvisi fin dalle prime luci del mattino, offre paesaggi resi magici da nebbie e foschie.
Da Janna Bentosa si raggiunge Valverde percorrendo una stradina bianca che costeggia un fiumiciattolo chiamato Riu Seccu, il quale, in caso di pioggia, si ingrossa e va a formare una cascata di 50 metri.
A Sedda Ortai c’è una pietra raffigurante un grandissimo porcino mentre la cosiddetta Preda de su Monte, è stata bucata dagli agenti atmosferici.
Il granito presenta molte infiltrazioni di quarzo, come nella zona di Farcana. In alcune zone del bosco, poi, soprattutto quelle più degradate, si possono ammirare distese di ciclamini e orchidee; tra le piante più diffuse c’è la passiflora mentre il ginepro non è molto diffuso nell’ecosistema.
Negli anno 50, a Monte Pala, gli Alpini hanno tracciato una delle prime vie nel granito; qui i processi di erosione generati da acqua, vento e ghiaccio modellano le rocce rendendole spettacolari. Colui che diede il nome al cocuzzolo, incidendolo sulla pietra nel 1917, è un certo Salvatore Pala.
Tra il 1300 e il 1600 fu edificata la chiesa de “Sa Itria”, sconsacrata in seguito in quanto utilizzata come rifugio dai banditi. Durante le lezioni si è appreso, inoltre, che una parte del monte nel 1850 fu completamente disboscato dai lecci, come gran parte dei boschi della Sardegna per ricavarne traversine per la costruzione della rete ferroviaria.
All’Ortobene la fauna è ricca è variegata. Sono presenti la magnanina, il fringuello, la cinciallegra, ma anche poiane, gheppi, falchi pellegrini, colombacci, zigoli, gipeti, ghiandaie, merli e persino la capinera; numerosi i cinghiali e i conigli selvatici mentre il gatto selvatico si fa sempre più raro. L’aquila reale si può osservare nei pressi della Solitudine e vicino al cantiere forestale di Jacu Piu.
Tra i comportamenti più curiosi che possono essere osservati annoveriamo quello delle pernici, le quali, che per proteggersi da parassiti come la zecca si rotolano nella polvere per formare tra le penne uno strato protettivo; la tortora, invece, che rimane a fondo valle, partorisce due volte all’anno e con una nidiata composta al massimo da due pulcini; il corvo imperiale, infine, è ghiotto di carcasse di animali che localizza, senza vederle, grazie all’ottimo olfatto.
Paolo Sanna © Tutti i diritti riservati