I consiglieri comunali chiedono una spiegazione
I consiglieri (Graziano Pintori, Sergio Chierroni, Italo Longo,Ventura Meloni e Alessandro Ticca) del Gruppo Misto comunale sullo spazio verde di viale Trieste, chiuso all’inizio di questo mese, attende spiegazioni in occasione della seduta della commissione Servizi sociali convocata per il prossimo 22 aprile.
«Il Giardino di via Trieste probabilmente è stata un’opera fra le più apprezzate dalla cittadinanza perché, in modo concreto, ha dato univoca risposta alle attese di alcune fasce sociali. Infatti, in quello spazio si sono concentrate attività per anziani, bambini, disagiati sociali, malati psichici (con particolare riferimento alle persone colpite dal morbo di Alzheimer, per le quali è stato impiantato un giardino dei sensi)» scrivono.
Perciò la struttura di via Trieste non è uno spazio qualsiasi, ma, si potrebbe definire, un luogo di integrazione e coesione sociale che non tutte le città dispongono.
«Per questi motivi il giardino deve essere inteso come qualcosa di prezioso per la città e per i cittadini, uno spazio da difendere e tutelare innanzi tutto dagli stessi amministratori, anche impegnandosi straordinariamente a sostegno del dialogo costruttivo con i fruitori della struttura, anziché favorire situazioni di forte imbarazzo come successo il 15 aprile scorso durante i lavori del Consiglio Comunale. Essendo scaduto l’affidamento della gestione il 31 dicembre 2013 da parte dell’Amministrazione comunale non c’è stato nessun atto ufficiale che facesse intendere al gestore quale sorte fosse riservata al proprio operato, ossia: se ottenere una nuova proroga, oppure la fine del rapporto contrattuale» precisa il Gruppo Consiliare.
Secondo i consiglieri, infatti, tutto è rimasto nel vago e senza contestazioni specifiche da parte dell’Amministrazione, per esempio, nulla è stato comunicato, per iscritto o verbalmente, sulla qualità della conduzione della struttura, di conseguenza, nonostante tutto, il gestore ha garantito la fruibilità del parco fino al 31 marzo anticipando spese sui servizi di manutenzione e di apertura e chiusura.
«Oggi ci troviamo in una situazione di conflitto: da una parte l’amministrazione, dall’altra genitori, bambini, anziani, malati psichici, personale (quello impegnato dal gestore in un progetto di inserimento sociale) e infine il gestore. Sono le classiche situazioni difficili che scaturiscono nei famosi e numerosi contenziosi giuridici, di cui il nostro comune non ne ha sicuramente bisogno.- Concludono- Oggi, nonostante palesi inadempienze, pare che l’Amministrazione comunale sia orientata verso il cambiamento di gestione e gestore, se questa è la volontà politica che bisogno c’è di esasperare gli animi di così tanta gente? Perché questa volontà politica al gestore non è mai stata palesata in termini ufficiali e incontestabili? Fino a poco tempo fa si diceva che il contratto era troppo oneroso e antieconomico, ebbene se questo è uno dei motivi che inducono al cambio di gestione perché, in considerazione della palese correttezza da parte del gestore sul rispetto della convenzione sottoscritta, non intraprendere un dialogo per verificare i costi alla luce delle nuove disponibilità di bilancio? E’ evidente che il problema non è la qualità della gestione e del gestore, ma evidentemente ci sono altre motivazioni che tenteremo di capire».
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