La struttura si distingue per le iniziative eco-sostenibili
Manca ormai poco all’apertura ufficiale dell’Acquario e il direttore, Flavio Gagliardi, punta sugli eventi sostenibili per anticipare le novità della stagione turistica.
Venerdì scorso, la visita all’Acquario è stata una festa per tutti gli appassionati del buon vino e dei mitili. Patrocinato dal Comune di Dorgali, da Legacoop e da AMA (Associazione Mediterranea Acquacoltori), è stata offerta una degustazione di ostriche e di vino della Cantina di Dorgali e dalla Compagnia Ostricola Mediterranea
Ma iniziamo dall’inizio per cogliere le valenze sostenibili dell’evento “Coltivando la sostenibilità tra ostriche e vino”.
Le ostriche, infatti, non provengono ne dalla Cina ne da altri paesi lontani, ma da San Teodoro. Alessandro Gorla ne è il produttore, una scommessa tutta sarda, quella di specializzarsi nell’allevamento dei pregiati bivalvi, dove la maggior parte del personale impiegato è quasi interamente femminile. Una realtà ormai consolidata grazie al supporto del dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, attraverso un team di ricercatori impegnati costantemente nel miglioramento del prodotto. Un processo economico che vede concretamente l’interazione tra lo studio e la realtà imprenditoriale.
Un progetto come ha spiegato dott. Prioli dell’AMA, nel quale sono state coinvolte le Università di Venezia e di Sassari, l’Associazione degli Industriali e il Polo ittico di Rovigo. Le ostriche assorbono il 40% della Co2 nell’atmosfera. Questo fatto potrebbe essere impiegato da quelle industrie e territori che non riescono a ridurre i livelli di anidride carbonica. Una produzione che sta acquisendo tutte le certificazioni ambientali e che con probabilità da giugno, inizierà ad essere sul mercato e contribuirà a rendere migliore il nostro ambiente più fruibile e meno inquinato.
Il guscio di questi molluschi, inoltre, può essere riutilizzato per diverse funzioni, come ha spiegato il professor Antonio Fais dell’Università di Sassari. Attraverso il loro riciclo si possono realizzare barriere coralline, integratori alimentari per mangimi (ad esempio viene dato alle galline per rafforzare il guscio delle uova e renderlo resistente per non rompersi durante il trasporto), ammendanti per il terreno e oggetti di uso comune quali portacandele, porta sale e pepe.
Il consumo delle ostriche è attestato a Dorgali dall’età preistorica come testimoniano i reperti del territorio in particolare dove si trova l’insediamento nuragico di Nuraghe Mannu e Nuraghe Arvu, come ha testimoniato Fabrizio Delussu direttore del Museo Archeologico di Dorgali, dunque la società arcaica sarda aveva uno stretto rapporto con il mare, dimostrato dalla presenza di resti questi mitili anche nell’interno di zone come Tiscali.
La degustazione è avvenuta con il supporto del giornalista del Gambero Rosso Giuseppe Carrus, il quale ha proposto l’assaggio delle ostriche in tre varianti: al naturale, con olio extravergine d’oliva e con il limone accostandole al pane carasau locale e ai vini della Cantina Sociale di Dorgali (il Nues brut, il vermentino Filine e il vino spumante Rosa e Luna).
Le novità però si vedono anche in vasca, nel corso della visita guidata ai vari ambienti dell’Acquario: a breve arrivranno i piragna e il pesce luna. Molte specie sono cresciute, come ad esempio le ricciole, che quando erano state introdotte nell’acquario pesavano meno di mezzo chilo. Interessante la campagna di difesa dei trigoni in sinergia con l’Algida, per la tutela dello squalo del mediterraneo munito di un aculeo velenoso nella coda ma catturato durante la pesca a strascico, molte volte viene rigettato in acqua dopo avergli mozzato la parte dove è posizionato il pungiglione, perché commercialmente inutile.
Un’altro elemento apprezzato è il percorso per gli ipovedenti, già collaudato e che ha già avuto molte adesioni.
L’acquario di Cala Gonone conferma di essere un piccolo gioiello nel golfo di Orosei, il quale porta valore aggiunto ai meccanismi turistici del territorio.
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