Domani il Tar emetterà un prima decisione sul ricorso che l’ Adiconsum, Confesercenti, Confcommercio, Apan, Confartigianato, CNA. e Lega Coop., hanno presentato contro il Comune di Nuoro per la determinazione deL tributo sull’immondezza.
Impugnate le carte in mano le associazioni di categoria hanno fatto ricorso il 27 gennaio scorso poiché dato il rincaro del tributo su privati cittadini e esercenti non rimasero soddisfatti delle spiegazioni dell’Amministrazione Comunale riguardo all’iter procedurale seguito nella determinazione della tariffa.
Ecco il resoconto delle Associazioni di Categoria, attraverso il quale, il cittadino si farà un’idea più dettagliata della situazione.
COS’E’ E COME FUNZIONA LA TARES
La TARES è il tributo per il servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e il relativo gettito deve coprire il 100% del costo del servizio (a Nuoro con la TARSU si copriva l’89,20%), essa viene calcolata ripartendo i costi del servizio fra utenze domestiche e utenze non domestiche, tenendo conto della parte fissa e parte variabile.
La tariffa relativa alle unità abitative viene poi determinata ripartendo i costi attribuiti in base alla consistenza dei nuclei familiari (forniti dall’ufficio anagrafe) e alle superfici da tassare.
Per le utenze non domestiche, invece, la tariffa viene a determinarsi in base alla qualità e quantità dei rifiuti prodotti (secondo in principio di chi più inquina paga) e alla totalità di superfici da tassare assegnate alle singole categorie di attività.
Alle tariffe così determinate vanno aggiunti 0,30 €./mq a copertura dei cosiddetti servizi indivisibili (sui quali si paga già l’Irpef e l’addizionale Irpef regionale e comunale).
Il tutto dovrebbe avvenire in modo trasparente, attraverso la predisposizione di un piano finanziario redatto dal gestore del servizio, di una relazione illustrativa e di quadri esplicativi dei calcoli eseguiti.
Il Comune di Nuoro da quanto appare dalla delibera di approvazione della tariffa e dal piano finanziario ad essa allegato, non ha correttamente applicato la normativa nel calcolare la tariffa.
Dalle ricerche effettuate fra i vari comuni della Sardegna e della penisola la TARES applicata dal comune di Nuoro, è fra le più alte (circa il 30% IN Più).
cCn la TARES, per una abitazione di 100 mq., i nuoresi pagheranno dal 30% al 140% in più a seconda del numero dei componenti familiari.
Relativamente alle utenze non domestiche, il 50% delle categorie subiranno aumenti compresi fra il 40% e il 505%; per fare un esempio gli ortofrutta,le pescherie, i negozi di fiori e piante e le pizzerie al taglio con un locale di mq. 100 passerà da 455,00 a 2.754,00 euro.
solo le utenze domestiche con unico componente risparmiano il 20% rispetto alla vecchia TARSU. E su queste ultime, “ad abundantiam”, in maniera indiscriminata, il comune ha concesso un ulteriore sconto del 20% nonostante la tariffa per i single rispetto ai nuclei familiari con due componenti sia già inferiore del 60% (vedi tab.
COME E’ STATA DETERMINATA LA TARIFFA
La tariffa TARES è stata determinata dal comune di Nuoro in base ad un suo piano finanziario, poco chiaro, e che soprattutto non tiene conto solo dei costi del servizio consolidati al 31-12-2012. A questi, infatti, ne aggiunge impropriamente ulteriori (che, per l’appunto, si contestano nel ricorso) per un importo di €. 1.171.542 senza nessuna relazione o documentazione che li giustifichino (costo di spazzamento €. 350.735,00; adeguamento contrattuale €. 514.973,00; spese di smaltimento €. 56.000,00; bonifiche €. 146.000,00; gestione di discarica €. 76.696,00; appalto e pubblicità €. 20.000,00).
Tutto questo ha portato il costo del servizio a lievitare da €. 6.836.188,00 a €. 8.007.730,00.
Inoltre, secondo le associazione, nella determinazione della tariffa sono presenti palesi errori di calcolo quali: non sono state detratte le premialità erogate dalla R.A.S (€. 326.678); la copertura del costo del servizio del 100% per il 2013, rispetto alla copertura risultante a consuntivo 2012 dell’86,93% (€. 5.830.741), è di €. 6.707.420 e non di €. 6.836.188,00 come indicato nel P.E.F. illustrato alle associazioni e in C.C. dall’assessore competente (a causa di questa svista sono stati sottratti agli utenti ulteriori 128.768,00 euro).
La tariffa per le utenze domestiche è stata determinata prendendo come base di calcolo, oltre ai costi errati sopradescritti, un numero di 13.687 nuclei familiari; inferiori di 1.624 a quelli certificati dall’ufficio anagrafe (15.311), che incidono nel calcolo della tariffa a discapito dei nuclei tassati.
L’Adiconsum evidenzia che su 13.687 nuclei, per 4.837 non sono stati attribuiti il numero dei componenti familiari, come non è chiaro l’attribuzione delle superfici ai vari nuclei familiari e alle varie categorie di utenze non domestiche. Questi dati risultano essere importanti per verificare se le tariffe applicate, ammesso un corretto calcolo, generino un gettito pari ai costi.
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