L’originale trasposizione teatrale operata dal regista Ugo Chiti sul romanzo di Carlo Collodi (al secolo Carlo Lorenzini) è andata in scena ieri, 15 febbraio, all’Eliseo, terzo appuntamento della Stagione di prosa del Ce.D.A.C. in calendario a Nuoro.
La scenografia ridotta all’essenziale è risultata molto efficace nel catturare la fantasia degli spettatori, soprattutto dei più piccoli, riuscendo a focalizzare magicamente l’attenzione su una narrazione visionaria delle avventure di Pinocchio, soprattutto in episodi quali l’esperienza nel paese dei balocchi e la successiva trasformazione del burattino in bambino in carne e ossa o ancora l’incontro con il gatto e la volpe o con gli assassini.
Magistrale l’interpretazione di Paolo Cioni, dalla mimica e dalle movenze da vero burattino, come quella di tutto il cast degli attori dell’Arca Azzurra (Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Alice Bachi, Paolo Ciotti) dalla colorita parlata toscana di fatto consona a una buona restituzione delle atmosfere della partitura originale, del tutto diversa e decisamente più pungente rispetto a quella alla quale la tradizione successiva (Disney su tutti) ci ha abituati.
Oltre tre ore di pura suggestione, con tanto di giovane bambina dai capelli turchini che siede a bordo scena dialogando, al lume di candela, a tu per tu con il pubblico e accompagnandolo nella scansione cronologica dell’evolversi della storia, con il riepilogo degli episodi mancanti e la sintesi delle metafore della vita che si celano dietro gli episodi principali. Molti temi presenti del romanzo originale (e ancora più enfatizzati nella versione di Chiti) balzano all’occhio per la loro attualità: la giustizia che funziona in maniera bizzarra e manda in carcere il povero Geppetto o alcuni episodi di bullismo perpetrati dai compagni di scuola ai danni del povero Pinocchio.
S. Novellu (testo e fotografie) © Tutti i diritti riservati!