Francesco Pigliaru ha incontrato ieri gli elettori nuoresi

La Sardegna deve ripartire dalla cultura

Teatro Eliseo al gran completo, ieri sera, all’appuntamento con il candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, che i suoi elettori hanno accolto con calore e entusiasmo.

Francesco Pigliaru incontra i suoi elettori all’Eliseo (© foto S.Novellu)

In prima fila, tra gli altri il sindaco Alessadro Bianchi e la ex candidata del Partito Democratico Francesca Barracciu.

Reduce da un incontro con gli elettori oristanesi, Pigliaru è andato dritto al sodo (solo un breve cenno al legame che lo lega al Nuorese e alle sue origini orunesi – il padre Antonio, orunese e autore del Codice della vendetta barbaricina , che ha infervorato gli animi) andando ad analizzare lo stato di profonda crisi in cui versa oggi la Sardegna, definendola «una crisi senza precedenti», e le problematiche da essa generate, in primo luogo la disoccupazione «una piaga che non possiamo più permetterci, dato che non avere un lavoro significa, tra le altre cose, non pagare le tasse e quindi gravare ulteriormente sui pochi che invece le pagano fino all’ultimo centesimo».

In questa sua disanima, con un certo aplomb, Pigliaru non risparmia certo le critiche al governo del suo antagonista, Ugo Cappellacci, da lui ritenuto il principale artefice di questa crisi ormai quinquennale, per la sua impreparazione a fronteggiarla.

«La Sardegna si trova a vivere un cambiamento globale e epocale, ci sono altri territori che hanno avuto la capacità di fare di questo un punto di forza, noi, nel momento storico in cui ci troviamo, abbiamo avuto la sfortuna di avere il governo peggiore che potesse capitarci».

Ha rafforzamento di ciò enumera dati concreti su disoccupazione, inserimento lavorativo e crisi di comparti importanti come quello industriale, che negli ultimi anni hanno gettato nel baratro i nostri territori e in particolare il nuorese.

«Nel mezzogiorno i cassaintegrati in deroga hanno raggiunto il 250%, in Sardegna abbiamo il triste primato del 500%. Da noi uomini e donne che vanno da un’età minima di 26 anni ad una massima di 60 non solo sono disoccupati ma scoraggiati perché hanno smesso di cercare lavoro».

Il candidato premier punta, infine, il dito su formazione e istruzione: «oggi chi non è in grado di affinare le proprie competenze rischia di essere tagliato fuori e noi dobbiamo fare in modo che tutti siano nelle condizioni di poter studiare e aggiornarsi».

La stoccata al centro destra continua, dunque, su un tema caro ai Nuoresi come quello della cultura e dell’Università, specialmente, quella barbaricina, tenuta sempre ai margini dalle dinamiche politiche Regionali. L’argomento è caro anche a Pigliaru, non solo per le sue origini  ma anche per la sua esperienza d’insegnamento nell’Ateneo Nuorese.

In ultima istanza, Pigliaru promette ai suoi elettori: «il nostro sarà un governo fondato sulla trasparenza e gli incarichi saranno basati solo su grandi competenze, non sulla politica clientelare».

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Sonia