«Abbiamo letto di tutto a giustificazione delle politiche più assurde, mai però che un carcere sia centrale nel creare benessere in un territorio.
Come si cade in basso quando il fine perde di vista il mezzo! Col suo bagaglio di novità e innovazione il nuovo secolo avanza, ma a Nuoro nessuno sembra accorgersene, tanto che la soluzione alla crisi economica ed occupazionale del territorio si vuole rispondere con la logica per cui nulla si cambia e niente si trasforma. Il carcere porta lavoro e benessere; l’ecocentro porta lavoro e benessere; la videosorveglianza porta lavoro e benessere; i chioschi portano lavoro e benessere; il proliferare delle antenne portano lavoro e benessere. Insomma, perché spendere le risorse e spremere le meningi in innovazioni e ricerca, nella produzione culturale o in quella – per il territorio – più tradizionale (agricoltura, pastorizia, artigianato). Meglio speculare sui drammi personali, sull’ambiente, su un patriottismo che di patriota ha solo un malinteso senso di identità nazionale, o sarebbe il caso di dire militare, viste e considerate certe affermazioni fatte da qualche Amministratore locale parlando della caserma ”un piano nazionale della difesa |…| l’esercito si deve organizzare |…| Irak, Afganistan, Iran |…| è il piano di difesa che cambia e noi possiamo essere funzionali con il progetto caserma”.
Che dire, per tutti gli altri amministratori, evidentemente Nuoro deve ”essere funzionale” ad una che come tutte le guerre vede falciata l’esistenza di migliaia di innocenti! Per quanto ci riguarda, da nuoresi e da esseri umani, preferiamo essere funzionali alla vita, alla solidarietà, alla pace! Questione di punti di vista e di etica: ammesso che per alcuni l’etica e i valori abbiano un senso; altrimenti, non ci stupisce la logica per la quale, in nome dei nuovi posti di lavoro, si possa fare di tutto … quasi che la creazione di nuovi posti di lavoro sia antagonista allo sviluppo sostenibile e che l’unica soluzione passi per le scelte più inquinanti e dannose per uomini, ambiente e cose. Inquinanti anche sul piano culturale! Infatti sembra che la priorità dell’università, del campus universitario, abbia le sue sorti appese a quelle della caserma. Si pala di 12 milioni e mezzo di euro per 180 militari che il Comune di Nuoro dovrebbe dare in cambio della dimissione e consegna dell’artiglieria di viale Sardegna.
Il sapere, l’università ridotto a mera merce di scambio! Che tristezza! Come Comunisti nuoresi ci opporremo alla caserma, all’ecocentro, al carcere speciale, alla videosorveglianza e alla violazione dei regolamenti, all’istallazione delle antenne radio base, ai chioschi e alle chiudende “da ultima spiaggia” nei parchi, alla disinformazione, al ricatto della disoccupazione usato per far passare le politiche più dispendiose e inutili.
Pensiamo che Nuoro, con le sue case editrici, le sue librerie, l’università, il teatro, l’artigianato, i musei, l’arte, il commercio, la filiera agroalimentare, la cooperazione, sia una potente fucina di politiche attive del lavoro, in grado di conciliare la tutela del bene pubblico con la promozione del benessere collettivo. Compito di chi l’amministra è dar fiato a questo obbiettivo sostenendo l‘imprenditoria femminile e la cooperazione; l’implementazione della filiera dei prodotti agro-alimentari locali e la messa a sistema del circuito con/tra agriturismi, b&b, ristorazione; l’innovazione nel campo delle energie rinnovabili e dell’edilizia attraverso il recupero dell’arredo urbano.
Le sfide sono tante e tante le risposte. Siamo a fianco dei nuoresi che lottano per il diritto del lavoro, alla casa, allo studio, alla sanità, di quei nuoresi che non hanno l’intenzione di consegnarci al torpore della rassegnazione e men che meno alle imprese di una politica che si riconosce in una consonanza di interessi impermeabili a qualsiasi sollecitazione della società civile come ai più elementari concetti di tutela del bene collettivo».
Consigliere Comunale F.D.S. (Federazone della Sinistra) Antonio Pietro Pirisi