Mario Melis era un puro e la politica la faceva non per il potere ma per la comunità e per la Sardegna che doveva e ancor oggi deve per molti versi riscattarsi da una condizione di marginalità.
Ieri pomeriggio, in occasione del Consiglio Comunale tenutosi a Nuoro, è stato commemorata la figura di Mario Melis, sardista e Presidente della Regione, la prima volta nel 1982 e poi dal 1984 al 1989. Per l’occasione erano presenti i figli, i nipoti, i parenti e gli amici, che hanno assistito con commozione alla cerimonia e ascoltato il discorso dell’antropologo e storico Bachisio Bandinu, del Primo cittadino Alessandro Bianchi e di tutto il Consiglio Comunale.
Il ritratto che è venuto fuori è quello di un uomo e di un politico dall’alto rigore morale, impegnato per la Sardegna, e che aveva un concetto dell’autonomia Sarda che doveva partire dal basso e coinvolgere le popolazioni locali prima delle Istituzioni stesse. Zona Franca, Autonomia e Federalismo, furono temi cari a Mario Melis, che non si arrendeva mai e si muoveva per la passione politica, una qualità attualmente rara nei nostri rappresentanti delle Istituzioni.
«Un padre sempre presente, nonostante era molte volte lontano da casa per impegni istituzionali e politici» ha affermato il figlio Antonio mentre tracciava un ricordo del padre.
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