I.P.S.IA. Più di 30 segnalazioni sulla fatiscenza dello stabile

Studenti e docenti lamentano una situazione di sofferenza tra l’indifferenza delle istituzioni

Visto da fuori, l’istituto I.P.S.I.A. di Nuoro somiglia a un pachiderma deforme completamente abbandonato a se stesso.

Gli studenti sono entrati in autogestione. Lunedì scorso la protesta ha portato a un primo incontro tra l’assessore Costantino Tidu, Pina Palimodde (rappresentante degli Istituti I.P.S.I.A, Alessandro Volta, I.P.A e Prato Sardo) e i rappresentanti dell’Istituto Agrario I.T.A. Brau, Angela Maria Piras, Valeria Lostia e Antonio Gattu. L’Assessore ha sottolineato che è stato già stanziato un finanziamento pari a 180 mila euro per effettuare un primo intervento sull’I.P.S.I.A., ma che comunque risultano insufficienti rispetto ai gravi problemi strutturali che riguardano l’istituto.

Nel primo giorno di autogestione, quando gli studenti hanno manifestato l’intenzione di occupare la scuola, ci sono stati dei tafferugli con il preside, Francesco Goddi. Poi si è trovato l’accordo, grazie al fatto che stanno procedendo gli incontri tra l’assessore Tidu e i rappresentanti d’Istituto. Sono stati concessi tre giorni di autogestione nel corso dei quali i ragazzi si sono organizzati per effettuare attività alternative rispetto alle lezioni tradizionali. Ballo sardo, canto a tenore e tornei di morra al posto delle lezioni di italiano e matematica.

Le proteste dei ragazzi da sempre sono state viste dagli adulti come uno stratagemma per arrivare più velocemente al periodo delle vacanze, in questo caso natalizie, ma se qualcuno prova a addentrarsi in questa scuola capisce che non stanno manifestando un dissenso fine a se stesso ma che sussistono ragioni gravi e più che legittime.

Dal 2009 sono state spedite alla Provincia all’incirca una trentina di lettere. Ci sono, inoltre, due perizie tecniche inviate dal vice preside e responsabile dei lavoratori, Giovanni Maria Tanda, nelle quali è spiegato lo stato in cui versa la struttura, ma evidentemente «tutte queste segnalazioni sono cadute nel vuoto; o meglio hanno fatto il giro degli uffici della Provincia senza sortire l’effetto sperato» spiega il vice preside.

La struttura presenta profondi danni strutturali interni e esterni, nella copertura e nei solai; le aule versano in condizioni insalubri a causa dell’umidità. La parte che risulta essere in condizioni peggiori è quella che riguarda i laboratori di elettrotecnica: la copertura del corridoio antistante, e quella dei laboratori stessi, presentano diverse lesioni. Nel tempo ci sono stati distacchi di intonaco, altri tratti minacciano di cadere con tutto quello che ne consegue dal punto di vista della sicurezza delle persone, allievi, docenti e personale scolastico. Alcuni punti sono stati messi in sicurezza ma l’intervento di manutenzione straordinaria attuato nel 2010 non è risultato sufficiente poiché l’area in questione risulta essere di nuovo pericolante; in più, altri punti dell’edificio presentano la stessa tipologia di problemi.

La caduta dei calcinacci si è verificata anche in prossimità degli ingressi e lungo i corridoi della scuola: «considerata la segnalazioni degli allievi – è scritto in una lettera inviata ai primi di novembre alla Provincia – agli attori che sovrintendono alla cura dell’edificio scolastico che continuano a verificarsi distacchi di intonaco. Nell’ingresso principale della scuola, zona ovviamente trafficata si sono staccati alcuni frammenti di circa 50 grammi». Le condizioni igieniche dello stabile, inoltre non sono delle migliori. All’interno dei cassettoni degli avvolgibili nidificano i piccioni che defecano copiosamente i davanzali: «con grave detrimento della salubrità dei locali e rischio della salute di lavoratori e studenti» è riportato in un’altra segnalazione del 12 settembre scorso. Dopo il 18 novembre (il giorno dell’alluvione Cleopatra) la situazione è sicuramente peggiorata a causa dei consistenti allagamenti verificatisi in diversi punti della scuola.

A questo punto riformuliamo la domanda: la protesta dei ragazzi è un pretesto per anticipare le vacanze di Natale, saltando le lezioni, o conoscendo le condizioni in cui versa l’edificio è da ritenersi legittima?

Il crollo del soffitto avvenuto al Liceo Classico Giò Maria Dettori di Cagliari insegna. Ma questa è un’altra storia. Qui purtroppo siamo a Nuoro. Anzi alla periferia di Nuoro, lontani da occhi indiscreti e dai riflettori!

© Tutti i diritti riservati

Share
Published by
Sonia