Si chiamerà Cleopatra ma del fascino della regina egiziana non ha niente. I diciotto morti e i 2700 sfollati non hanno niente di bello ma sanno di mostruoso e aberrante. Nel 2008, come corrispondente per l’Unione Sarda mi ero occupata dell’alluvione che colpì la Baronia: stesso copione del 2013, forse meno tragico di oggi ma pur sempre orribile.
Ieri come oggi, si cerca di capire quali siano le cause, perché tutto ciò non può essere ricondotto solo alle “bombe d’acqua” (neologismo traslato in questi due giorni dall’inglese), ma ad una selvaggia cementificazione, agli alvei dei fiumi che vengono puliti solo in rare occasioni e ad opere pubbliche costruite, non si sa con quali criteri, che crollano come castelli di carte.
Non è mia competenza, non sono un geologo e non posso che riportare quello che ormai stancamente gli studiosi ribadiscono da tempo ovvero le cause che hanno logorato in tal modo il nostro territorio. Dunque se vogliamo rimpossessarci della nostra terra come era un tempo, una cosa me la chiedo, dato che la nostra Isola non è la prima volta che vive sciagure del genere, seriamente che intenzione abbiamo?
Continuare così o iniziare a pensare veramente a un futuro sostenibile che rispetti la nostra amata terra e noi?
Sinceramente, non ho molte parole da scrivere non sono un’opinionista ma una giornalista e i fatti che abbiamo raccontato in questi giorni non mi sono piaciuti per niente perché come arriva l’autunno, puntualmente si ripetono come in una storia senza fine dove tutti al momento del disastro constatano ma nessuno in seguito fa niente per evitarli.
Oggi una tragedia nazionale e domani?
Sonia Meloni