Seddone spara a zero
Leggiamo con forti perplessità la posizione scomposta e inconcludente di Gian Franco Seddone, che prende a pretesto il tema del parco nel Gennargentu per fare polemica contro la nostra Associazione senza peraltro conoscere o fingendo di non conoscere i contenuti delle nostre proposte. Anziché intervenire nel merito di un dibattito aperto e partecipato da vari attori del territorio Seddone, senza evidentemente essere informato e dando prova di non leggere neanche i giornali, va alla ricerca di visibilità mediatica sparando a zero sulla nostra Organizzazione, rea – secondo lui – di eccessivo attivismo. Mentre Seddone perde tempo in polemiche sterili e superficiali – che non sono altro se non il risultato di un nanismo progettuale – Confindustria fa proposte e porta avanti progetti tentando di costruire la massima partecipazione sul territorio. Forse a Seddone duole il fatto che la nostra Organizzazione sia stata tra i primi ad aprire il dibattito su un tema dimenticato per anni, riuscendo a coinvolgere altri soggetti, cosa che a lui non è riuscito di fare? La sua presa di posizione è proprio l’esempio concreto di quell’«individualismo esagerato che non lascia spazio al dialogo partecipato», da lui richiamato. Questo sì che è la manifestazione di quel sentimento di invidia che troppo spesso ostacola le buone iniziative che si cerca di portare avanti nel territorio. In una fase così delicata e difficile per le nostre imprese, i lavoratori e le famiglie, tutta la nostra attenzione dovrebbe essere rivolta a ben altri temi. Eppure siamo costretti, nostro malgrado, a rispondere alle sue provocazioni, peraltro del tutto infondate e strumentali.
Sfido infatti Seddone a indicare una sola dichiarazione in cui Confindustria ripropone – come lui sostiene – il modello del parco nazionale. La nostra proposta è stata chiara e l’abbiamo ribadita pubblicamente in più occasioni: il progetto deve partire dal basso con il coinvolgimento delle comunità locali sulla scia di quanto fatto per il parco regionale di Tepilora. Oltre a diversi interventi sulla stampa dei dirigenti dell’Associazione, in più occasioni ci siamo confrontati con le popolazioni partecipando in prima persona a incontri pubblici promossi sul territorio. Esattamente il contrario di ciò che sostiene Seddone. Tutto ciò per rilanciare un’idea che – all’interno di Confindustria – ha preso forma al convegno Mosaico a Fonni (dicembre 2011) quando gli imprenditori hanno promosso l’attivazione del marchio d’area come strumento per la promozione e la valorizzazione delle produzioni locali e del territorio. In seguito, l’idea è stata da noi riproposta, insieme all’Università, alle Associazioni Nino Carrus e Berlinguer, a ottobre 2012 a Lodine in un convegno che – guarda caso – aveva per titolo “Una nuova alleanza tra ambiente cultura e impresa”: fu allora che rilanciammo l’idea di un’area protetta come strumento di tutela dell’ambiente e di sviluppo turistico e produttivo. A settembre 2013 il presidente Bornioli è stato invitato dal sindaco di Bolotana a partecipare come relatore al convegno promosso dal Comune sul parco del Marghine e in quell’occasione ha ribadito il ruolo chiave dei sindaci in quanto soggetti promotori dell’iniziativa. Le nostre idee – che ovviamente non prevedono l’esclusione di alcuna associazione di categoria – sono state messe nero su bianco nel Progetto per la Sardegna centrale presentato l’11 ottobre a Mosaico a Tonara, in un convegno al quale hanno partecipato 300 persone, 15 sindaci, 5 consiglieri regionali, il presidente della Regione Cappellacci e l’onorevole Barracciu.