La serata, organizzata dalla libreria Mieleamaro, ha riscosso grande successo di pubblico
Non si è fatto certo sfuggire le recentissime vicissitudini dell’ex “Primula rossa” Graziano Mesina, Roberto Saviano, anzi ne ha proposto una lettura lucidissima, contestualizzando il ruolo della Sardegna nell’ambito del traffico internazionale di stupefacenti (l’isola costituirebbe il parcheggio – e in qualche caso il laboratorio di trasformazione – della droga proveniente dalle regioni iberiche prima delle consegne nella Penisola e nei paesi europei) nell’introduzione alla presentazione del suo ultimo lavoro, Zero Zero Zero, edito da Feltrinelli.
Nonostante i circa tre quarti d’ora di ritardo, l’atteso appuntamento con lo scrittore Roberto Saviano, non ha deluso le aspettative del folto pubblico raccoltosi in sua attesa lungo il Corso Garibaldi, il salotto buono della città, al cospetto di un palco approntato per l’occasione (opportunamente transennato e tenuto sotto controllo dalle forze dell’ordine e dagli agenti della scorta già prima del suo arrivo).
Nel corso della serata, durata circa un’ora e mezza, Saviano ha raccontato con dovizia di particolari e con un ritmo narrativo serrato, le vicissitudini malavitose dei contesti regionali a lui più vicini, calando il discorso, in più di un’occasione su figure quali Falcone, Borsellino o di personaggi meno noti e osservando come la cosiddetta “macchina del fango“, già allora sia stata messa in moto nei loro confronti, così da screditare loro e il loro operato e giustificare agli occhi dei più, minimizzandola, la loro stessa eliminazione fisica. Saviano, in risposta a chi vede nei suoi scritti troppa crudezza e violenza, ha sottolineato che mentre in genere si tende a prendere le distanze dalle cose, per poterne avere una visione più obiettiva, lui preferisce avvicinarvisi quanto più possibile, entrare quanto più possibile nella notizia, per poterne cogliere anche la più piccola sfumatura e poterne così fornire lettura completa e dettagliata.
Salvatore Novellu