Tfarra, occhi neri e pelle di cioccolato, sorride, guarda il filmato e riconosce i suoni, la sabbia e il deserto della sua terra. Le donne, avvolte in un velo colorato dal quale spuntano solo gli occhi e poi gli uomini che seduti raccontano del loro popolo, di una terra ridotta in schiavitù per interessi economici e per l’oro nero.
1514 Le nuvole non si fermano documentario diretto dalla regista Carlotta Piccinini e prodotto da Umberto Saraceni di Visual Lab con il partenariato dell’Associazione “El Ouali” per la Libertà del Sahara Occidentale e del Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (CISP), racconta la storia del popolo Saharawi, in esilio da trentotto anni nel deserto algerino e ancora in attesa di un referendum di autodeterminazione che risolva la situazione dell’ultimo paese Africano da decolonizzare, il Sahara Occidentale.
Proiettato a Nuoro, venerdì scorso, presso la sede universitaria in via Martin Luther King, località Carta Loi, a cura dell’associazione nuorese “Saharawi: Pitzinnos de su mundu” Onlus, che si occupa dell’affido temporaneo di bambini come Tfarra, ospitati da famiglie nuoresi dalle quali ricevono cure mediche e sanitarie necessarie per il loro benessere psicofisico. Alla serata erano presenti Mattia Durli, dell’Associazione El Ouali per la libertà del Sahara Occidentale e organizzatore della Sahara Marathon, e Rossella Urru, Cooperante del CISP.
Un dibattito interessante, al quale hanno partecipato tanti cittadini e durante il quale è stato spiegato che la situazione in questi territori si è inasprita a causa degli ultimi attentati terroristici risalenti allo scorso gennaio, di conseguenza diventati più difficilmente raggiungibili da parte dei cooperanti per l’irrigidimento dei controlli.
Rossella Urru, inoltre, ha spiegato che a causa della crisi economica internazionale gli aiuti umanitari verso i campi profughi sono decisamente diminuiti. Ha dispensato, inoltre, consigli alle famiglie nuoresi che hanno in affido i bambini Saharawi, «è importante – ha sottolineato- che si continui a mantenere un costante rapporto con la famiglia e la lingua originarie, e non si li si vizi troppo poiché ne risentirebbero una volta tornati nelle loro terre, per il drastico cambiamento di vita».
Nella sala convegni sono stati esposti numerose immagini delle attività svolte dall’Associazione “Saharawi: Pitzinnos de su Mundu” sia in Sardegna che nei campi profughi saharawi. L’evento è stato organizzato in collaborazione con il Consorzio Universitario Nuorese, la Cooperativa Ecotopia, il Concept Store “DUE ARCHI” e con il patrocinio del Comune di Nuoro – Assessorato ai Servizi sociali e dell’U.O. Pediatria di Comunità della ASL di Nuoro.
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