Creedence Clearwater Revival? No Revived!

Creedence Clearwater “Revived”
(foto Salvatore Novellu – Cronache Nuoresi)

Bolotana: due ore di rock incalzante hanno riscaldato la serata conclusiva della festa di S. Bachisio

Il suono ruvido e asciutto dei Creedence Clearwater Revival, storica rock band californiana che tra il 1968 e il 1972 pubblicò una decina di album cult tra i quali l’omonimo Creedence Clearwater Revival (1968), Green River (1969) e Pendulum (1970), inserendo al loro interno classici del rock/blues come Suzie Q I put a spell on you di Wilson Pickett, rivive nel progetto Creedence Clearwater Revived – “Live in Europe – Millenium Boo(tle)g“, tribute – turnee patrocinata dal chitarrista Johnny “Guitar” Williamson (già membro dei Titanic, amico di uno dei membri dei Creedence, John Fogerty, e oggi artefice della vecchia idea di quest’ultimo di ricostituirne la formazione).

I Creedence, unico gruppo a essere stato contattato nel 1969 per partecipare al festival di Woodstock (per quanto la loro esibizione non appaia nel noto documentario, non essendo ritenuta all’altezza dai membri del gruppo), si sciolsero nell’ormai lontano 1972, in seguito alla separazione artistica dei due leader, i fratelli John e Tom Fogerty. Dopo una serie di dischi live e raccolte postume, negli anni Ottanta, mentre i due fratelli seguivano ognuno un proprio percorso solistico,  gli altri due membri del gruppo Stu Cook e Douglas “Cosmo” Clifford, diedero vita a una nuova formazione “tribute”: i Creedence Clearwater Revisited.

Ieri, due giugno, il bastione San Pietro a Bolotana è stato teatro di una tappa del “Live in Europe – Millenium Boo(tle)g“, in occasione della quale gli appassionati della storica band hanno avuto l’occasione di riassaporarne i pezzi più noti, da Proudy Mary a Molina, passando per Born on the Banjou e Bad moon Rising, fino alle immancabili Suzie Q e I put a spell on you – molti dei quali colonna sonora di pagine di cinema indimenticabili come The big Chill di Lawrence Kasdam –, eseguiti da una tribute band d’eccezione formata, oltre che da Johnny “Guitar” Williamson, raffinato e imperturbabile; dall’istrionico Peter Barton, in mise “indianeggiante” e rigorosamente scalzo (alla voce e alla chitarra); da Chris Allen, che durante i suoi assoli di basso ha deliziato il folto pubblico estasiato (quanti erano realmente consapevoli che non si trattasse dei veri Creedence?) in sonorità ammiccanti ai Deep Purple e agli Stones; accompagnati da un incontenibile e carismatico Wally Day alla batteria.

I quattro non si sono certo risparmiati tenendo il palco per oltre due ore a un ritmo serrato, riscaldando una lunga serata fredda e umida (graziata solo per miracolo dalla pioggia) e creando un feeling perfetto con un pubblico corposo e curiosamente eterogeneo, nel quale in prima fila non erano attempati signori brizzolati ma giovani e giovanissimi rapiti da un suono denso e graffiante, al quale probabilmente non sono tanto abituati, perché lontano anni luce dalle appiattite frequenze riprodotte dagli auricolari degli iPod e dei telefoni cellulari.

Un plauso dunque al Comitato della festa di San Bachisio, organizzatore e animatore della serata (aperta da un concerto dei Breakin Down), per la scelta di portare in Sardegna una tappa del Tour internazionale dei Creedence Clearwater Revived, tour che negli ultimi mesi ha toccato le principali località europee (solo il giorno prima erano di scena a Dublino).

 Salvatore Novellu

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Sonia