Si parte il 18 maggio (inaugurazione mostra ore 18), con la scultura di Italo Antico che rimarrà in allestimento fino al 9 giugno. Nato a Cagliari nel 1934, dopo un’infanzia trascorsa tra Trieste, Cagliari e Napoli e dopo alcune esperienze giovanili come mozzo e come capitano di lungo corso sulle rotte delle Americhe e dell’Oriente, Italo Antico approda alla scultura intorno alla metà degli anni Sessanta e a questa, da allora, si dedica in maniera predominante, insieme ad altre attività come la pittura, il disegno per tappeti, la ceramica, il gioiello. Residente da lungo tempo a Milano, dove ha esposto regolarmente a partire dalla metà degli anni Settanta, è autore di opere in acciaio inox, di impianto astratto-strutturalista, che sviluppano i temi della linea e dell’insieme di linee come strumenti di modulazione dello spazio. Rette inclinate o angolate che, nel tempo, hanno sempre più assunto una valenza ambientale, occupando spazi architettonici, sia in interno che in esterno, dei quali, attraverso soluzioni mutevoli, sembrano volere superare i limiti.
Artista sardo tra i più originali della sua generazione, per il Museo MAN Italo Antico ha concepito un progetto espositivo che comprende sei lavori, di cui cinque realizzati tra la metà degli anni Settanta e la fine del decennio successivo – tra i più significativi del suo percorso scultoreo – ed uno creato per questa occasione.
I cinque lavori degli anni Settanta e Ottanta esemplificano il pensiero dell’artista, il suo approccio alla costruzione scultorea, il suo tentativo, reiterato nel tempo, di conquistare lo spazio attraverso il segno. Opere, come ha avuto modo di scrivere già nel 1976 Gillo Dorfles, che mettono in crisi l’idea della massa plastica, che negano qualsiasi principio di monumentalità per aprirsi a una visione del mondo “in cui la scultura assume sempre di più la funzione di personalizzatrice d’un ambiente, di indice immesso entro un contesto”.
Sonia Meloni