È uno dei punti di ritrovo della gioventù nuorese ma è abbandonato a se stesso e non se ne sfruttano le potenzialità. Il Centro polifunzionale di via Roma, costruito al posto dell’ex carcere mandamentale ricalcandone parzialmente la forma circolare, è un ecomostro catapultato nel centro cittadino, con spazi ricolmi di ogni genere di rifiuto, angoli destinati ad essere vespasiani che emanano odori sgradevoli. Eppure i ragazzi si incontrano all’interno di questa struttura per chiacchierare, passare qualche ora insieme, suonare, divertirsi e in generale ammazzare il tempo. Due anni fa l’Amministrazione Comunale aveva dato la possibilità ai writers di eseguire dei graffiti sulle mura interne ed esterne del Centro. Queste bellissime pitture, metafora di un certo fervore artistico giovanile cittadino, purtroppo non bastano a rianimare questo vuoto “pachiderma” di cemento. Come non è sufficiente aprire le sue porte ai cittadini e specialmente ai giovani in occasione di qualche e rara manifestazione cittadina qcome ad esempio il ETNU.
Il primo maggio, ad esempio, festa nazionale del lavoro, a Nuoro, capoluogo barbaricino, non è stato organizzato niente: negozi chiusi, strade semideserte e solo bar pieni. Il Centro polifunzionale di via Roma era bazzicato da adolescenti che in mezzo al niente si sono dati comunque appuntamento per incontrarsi e festeggiare il loro primo maggio. Il pachiderma di “cemento” può essere sfruttato a tutti gli effetti per diventare un vero e proprio ritrovo per ragazzi, non a porte chiuse però ma con servizi reali.
Sonia Meloni