Gli sviluppi dopo l’esposto in Procura a Nuoro sulle morti sospette
È stato effettuato ieri mattina nell’area industriale di Ottana, sopralluogo dei Carabinieri del Nucleo Operativo Eologico di Sassari, in collaborazione con i colleghi della compagnia di Ottana.
Il blitz, su incarico dalla Procura di Nuoro, è stato volto alla ricerca di materiali tossici nella zona dove è nata e ha operato per oltre 40 anni l’industria chimica della Sardegna centrale.
Potrebbe essere una svolta, che arriva dopo l’esposto presentato in Procura l’11 novembre scorso dai vertici nazionali e regionali dell’associazione esposti amianto (Aiea) e dai rappresentanti di Medicina democratica, per denunciare decenni di diritti negati ai lavoratori ex Enichem, morti per patologie legate all’amianto. Un dossier ricco di informazioni a cui era allegata anche una cartina che indicava i punti in cui ci sarebbe un vero e proprio cimitero di veleni.
Un caso che ha visto insieme, pochi giorni fa a Ottana, centinaia di ex lavoratori e vedove di operai morti di tumore, potenzialmente correlato all’amianto, e che è approdato anche in Parlamento: il deputato Michele Piras (Sel) ha presentato un’interpellanza in cui chiede al Governo il riconoscimento per gli ex operai delle patologie da amianto e una bonifica urgente del sito industriale del centro Sardegna.
Il sopralluogo dei militari, per accertare se nella piana ci siano materiali inquinanti, è solo un controllo preliminare e proseguirà anche nei prossimi giorni.
Pili: «finalmente finisce il vergognoso silenzio»
«Un’azione che finalmente persegue i gravissimi reati ambientali che hanno devastato Ottana e sui quali era calato un vergognoso silenzio».
Così il deputato di Unidos Mauro Pili su Facebook a proposito del sequestro di strutture, terreni e fusti nell’area industriale del centro Sardegna. «I militari – ricostruisce Pili – avrebbero sequestrato migliaia di metri quadri utilizzati da Syndial per interrare di tutto e alcune aree ex Montefibre. Nei giorni scorsi avevo svolto una denuncia forte su quello che era stato nascosto nell’enclave Eni ad Ottana. Ora la denuncia, l’azione dei Noe e della Procura di Nuoro devono aprire quel muro di omertà e complicità dietro quella devastazione ambientale».
Il parlamentare sardo ha anche pubblicato su Fb una serie di immagini dei carotaggi effettuati in quelle aree per dimostrare cosa accadeva nella zona industriale di Ottana e un video degli stabilimenti abbandonati.
«Ci sono decine di migliaia di metri quadri con veri e propri tunnel che finiscono verso volumi enormi sottoterra dove sta riaffiorando la falda idrica – spiega Pili. Qualche settimana fa ho visto uno stabilimento oggi posto sotto sequestro: c’era un disastro con l’acqua di falda che sta affiorando sotto lo stabile. È ora di fare luce su questa situazione».